giovedì, aprile 10

Tesi (l'incocco)

Sto guardando attorno, sai. Sarà che è primavera e non è più tempo di dormire. Sarà che gli esami si avvicinano, quindi sta finendo un viaggio, e mentre arrivo alla coincidenza da cui inizia il prossimo, mi concedo il tempo per guardare lentamente con lo sguardo appreso da questo precedente andare...un po' più aperto, più libero, mi pare.
Sto guardando in modo nuovo, ma con gli occhi intrepidi di sempre, pieni della curiosità  che cerca di rispondere a mille domande... e poi s'accorge che è sempre una e la stessa. E non è proprio una domanda, forse, è una  ri'cerca.
 Incocco, e gli occhi si concentrano sul bersaglio, mantenendosi aperti sull'orizzonte...

E così li vedo: due a due, darsi la mano, scambiarsi baci mai troppo lunghi o troppo lenti seduti sulla panchina nascosta dalla mimosa verde di foglie. Li vedo raccontarsi all'orecchio, tenersi stretti sotto un ombrello, sfiorarsi con gli occhi sui binari, mentre uno va, ed uno resta.
Li vedo e rivedo quegli stessi abbracci: tenersi stretti alla vita e camminare con lo stesso passo sulla sabbia di mare, sfiorarsi con le mani in cielo, incontrarsi con gli occhi in piazza dei Miracoli: due capolavori sotto ai monumenti.
Vedo quello che prima non sapevo di voler cercare, anima mia. Non lo sapevo, prima di averlo trovato.
Lo vedo mentre lascio aperte le porte e le finestre alle novità e al vento che si insinua tiepido a ripulir la casa della polvere, a portar via pagina dopo pagina le nozioni di osteopatia che si fanno sangue, ogni giorno di più, sfuggendo ai libri per risalirmi nelle mani.
Lo vedo mentre risento tutti quei gesti che non avevo creduto di saper fare, quel sedersi accanto accanto, salutarsi dietro i vetri dei treni, tu con un panino in mano, io con le chiavi della moto, in movimento apparente ... uno via dall'altro... ma solo per ritrovarsi una volta finito questo viaggio, apparentemente contro-verso, dall'altro lato. Come se ciascuno lasciasse il binario 2, uno salendo sul vagone per scendere dal lato opposto, e l'altro imboccasse il sottopassaggio ma sempre per giungere al binario Uno: e ritrovarsi di fronte, senza mai essersi separati veramente.

E in questo tempo così breve che non finisce mai, sto guardando tutti i particolari che ti voglio raccontare, che voglio di nuovo imparare a memoria per sapere di saperlo fare...  innescando quei neuroni a specchio che seguono un bacio, una carezza, un abbraccio e se lo copiano mille volte, finché ti pare di averlo dato tu, quel bacio lungo come il viaggio che sto facendo per andare a ritmo con questo Uni-verso, che ci riporta sempre di fronte.


Oggi attraverso lo specchio, quello grande in cui ci riflettevamo tutti e due.
Qui attraverso lo specchio, quello grande in cui rifletto tutti e due.
Ora attraverso la de-flessione di questo ri-flettere, per lasciarsi andare in modo diverso, sapendo quel che si vuole e tenendolo nelle mani in questo continuo guardarlo attorno, per poter
andare nel verso giusto. Verso di Te.