venerdì, novembre 8

negli ultimi tre minuti

  Non è mai troppo presto, né troppo tardi per credere in qualcosa.
 Si potrebbe pensare che negli ultimi tre minuti, che siano anni o giorni, se non magari mesi stimati da un medico, le persone restino immobili nel loro modus vivendi, e finiscano la loro vita credendo che sia tutta qui, ingiusta o bella, inutile o eccezionale, bianca o nera o a volte ambedue.
Poi, proprio come i cattivi dei film buonisti, o quelli che "dovevo farlo" di qualche giallo considerato scadente, le persone cambiano: proprio lì negli ultimi istanti, come quando nell'esercizio di yoga si raggiunge la perfezione, appena un attimo prima che il timer suoni, così anche nella vita si scopre improvvisamente un senso, e che il senso non è continuare la vita come era, ma morirvi definitivamente, e vivere di nuovo. 
 Si scopre che tutto quello per cui volevamo restare, perché c'è sempre, pare, tanto ancora da portare a termine, non ha ragione di sostenerci nella vita perché era senza ragione, e quello che abbiamo visto essere assente, e in questo caso che racconto è (guarda un po'), l'amore, si concretizza nel cambiamento di se stessi.


IL FATTO
Il mio amico dopo, e paziente prima, ha un tumore che ha consentito ai medici di estirpargli la lingua.
"Ma.... parla?", mi chiedono di solito i curiosi, quando accenno al caso. Si parla.
Il problema, infatti, è farlo stare zitto. 
E non c'è niente da ridere, perché se fosse stato zitto, forse avrebbe saputo dire quello che gli ha dovuto erodere la lingua, perché s'accorgesse del corpo, che manifestava la sofferenza dell'anima .
Parla, ed è una persona atea fino al midollo, socievole, simpatica e di ottima cultura, che ama la musica, le donne, l'arte; amava anche cucinare e mangiare, ma questo non riesce più a farlo come prima. Si alimenta con bibitoni insapori, con dentro giusto quel che serve per nutrire un corpo a cui forse, non ha dato mai il giusto peso. Ora invece è in perfetta forma, e per fortuna, anche l'anima si sta finalmente alimentando bene, e con estremo gusto: 
amputato di una parte di sé, l'amico ha trovato l'amore di una donna, l'amore per una donna. E credo che così, in questo ultimo spazio di mesi concessi dall'ostinazione, quando per comprare un altro pezzo di vita iniziano a togliergli una parte di polmone per via delle metastasi, attraverso lei ha iniziato ad amare Dio.
E ha iniziato a credere. 
Si, perché lui, ateo fino al midollo, razionalista, pessimista per carattere o per gli imprevisti e le separazioni della vita, ha iniziato a credere.
Prima che entrasse in ospedale, abbiamo messo su una festicciola, per brindare (un po' di vino, anche se brucia in gola, riesce ancora a berlo) alla vita con la sua musa e l'altra sua salvatrice, la logopedista amica mia, in una serata calda dell'ottobre romano, nella sua nuova casa, perché non è mai troppo tardi per cercare di cambiare.
"Ci provo", ha detto, lasciando infine il vecchio padre bisbetico ad un isolato da lì, con la badante-che -riposa-la-domenica-e-il-giovedì-pomeriggio.
Ci prova anche a combinarci la cena, ma lui mangia prima, e noi ci presentiamo con i regalini e il vino, e la faccia allegra di chi in ospedale, il giorno dopo, ci va per stare in piedi, non in barella e poi nel lettuccio. 
Ci prova, a dire che sicuramente avrà delle complicanze, e noi lì a dire, maddai-di-che-ti-preoccupi-ormai-superi-anche-questa.
Ci prova a ridere, e intanto scarta la coccinella che gli ho regalato.

UNA SETTIMANA DOPO
"ehi, ragazzo,come ti senti?" gli sussurro tra messaggi e telefonate nei giorni che passano dopo l'intervento.
Bene. Sta proprio bene, e mentre lascia l'ospedale per rientrare a casa, nel pugno stringe ancora quella coccinella che gli ho regalato, perché se l'è portata dietro, che "non si sa mai": tra santini e crocifissi un ateo potrebbe anche morire, ma si può sempre credere che le coccinelle, finché restano appoggiate sulla nostra mano, siano lì per portare fortuna.
E lunga vita.

Non è mai troppo tardi, per credere a qualcosa. Io credo che l'amore, vincerà anche stavolta.

E tanti auguri, amico mio!