mercoledì, dicembre 15

Lettera a Fidel (perchè Platone è morto)

Carissimo Fidel,
ti direi se fossimo ambedue del popolo, e lo siamo...
insegnami come si fa la rivoluzione!

Sappi che come Leader Maximo non ti posso approvare completamente, perché sono sempre stata sostenitrice della democrazia: del governo del popolo. Che forse hai un po' travisato, e pertanto molte cose fatte sono discutibili.
Eppure... eppure il tuo governo distribuisce gratis le medicine per il cancro, e passi per il tuo popolo con gli infermieri pagati dieci dollari l'ora, esentasse, s'intende (e ci mancherebbe!), ma vengono date gratuitamente anche agli stranieri muniti di cartella clinica del malato, che vengono fino alla tua bellissima terra, dove i poveri sono così poveri che non sanno nemmeno che esiste l'Italia. 

E' questa la via? dopo l'Embargo che a ragione avvinghiava il tuo paese, ma non è così che si cambia un governo, stai invadendo il mondo con il veleno di uno scorpione blu, che però, omeopaticamente?, sembra far bene. 
Il mio senso di SmilLila  per il complotto potrebbe anche pensare ad un preventivato sterminio, ma qualcosa mi dice che il comunismo ha il suo ben fare, come tutti i governi. Persino il nostro, che prima o poi, di destra o di sinistra o di Terzo polo che si tratti, provvederà di sicuro a smerciarci il farmaco; pagando, s'intende, ma solo per non aumentarci le tasse.
Mah! in fondo non è ancora certo che funzioni... però la tua rivoluzione si!
Ho conosciuto persone che ci vogliono tornare, a Cuba. Non so perché, forse è il richiamo della terra madre. Forse è che, alla fine, cinque libbre di riso al mese sono sufficienti come merce di scambio per essere curati gratis, anche se hai le braghe con le toppe. Seppure hai le braghe.

Carissimo Fidel...
Tu le classi sociali le hai abolite, almeno nel senso economico del termine (così mi dicono). Tutti guadagnano ugualmente, e possono studiare gratis, per la carriera che si scelgono. Poco importa se costringevi le hostess d'aereoporto a portare dieci centimetri di tacco, rovinandogli la schiena. Tu mica hai fatto il medico: hai fatto la rivoluzione.
Platone è morto ormai da tempo, ma anche lui poneva un ideale di città dove vi fosse ciascuno col suo ruolo, e la giusta paga.
Gli operai alla fine, devono essere soddisfatti, che siano sacerdoti o re, medici o giullari, sempre operai sono.
Lo vedi che qui da noi serviresti tu? I nostri operai scioperano così spesso, ed anche gli operatori sanitari, di volo, di mercato... che vien da pensare che qualche problema ci sia, nel nostro sistema liberista.

Carissimo Fidel...
d'accordo che Platone non amava i tiranni, eppure mi pare che in comune, almeno sulla linea di partenza, aveste entrambi a cuore l'interesse del popolo; se il tuo piano originale ha un po' deviato, il Filosofo d'altronde non ha mai portato a termine il suo!
Qui, invece, ci troviamo con un problema assai più spinoso di uno scorpione, benché forse, omeopaticamente, ce lo meritiamo (e arrivo quasi al punto): io eleggo un rappresentante, pensando che possa fare i miei interessi, in linea con un ideale... e quello mi suicida l'ideale (ma forse è eutanasia), volta le braghe, all'occorrenza double face e magari di gran marca, e se ne va con qualche altra corrente; come se quella antartica di questi giorni non bastasse.

Mi si ghiaccia il cuore.
E meno male che non si va alle elezioni, perché anche le dita ne risentono.

Carissimo Fidel. 
In attesa che tu venga ad insegnarci la rivoluzione, io continuerò ad occuparmi di quella interiore, sperando che basti e fidando in Plotino (allievo di Platone, ma ahimè già trapassato), il quale sosteneva che "agli dei bisogna farsi simili, non agli uomini dabbene. Non essere senza peccato, ma essere un Dio, è il fine".
La via è assai lunga, e non esistendo né Eurostar, né tanto meno voli low-cost, occorrerà del tempo. Nel frattempo terrò presente che nessuno, nemmeno tu che per la libertà hai lottato, pur dimenticando nel tempo la via per arrivarci, può cambiare le cose in alto se non le cambia in basso, perché sopra e sotto si equivalgono. Lo dice anche il Padre Nostro, che qualcosa di rivoluzioni ne sa: "come in cielo, così in terra".

Carissimo Fidel
senza andare a scomodare Quello, un certo saggio diceva "dalla comprensione di come si produce il disordine deriva naturalmente l'ordine".
 E, ancora: "la totale libertà interiore...esiste solamente quando non siete impegnati, quando non appartenete a qualcosa, quando siete in grado di rimanere completamente soli, senza amarezza, senza cinismo, senza speranza né delusione...".
Si chiamava J. Krishnamurti, ed è morto anche lui.
Ma io e te, allora, che futuro abbiamo?






11 commenti:

Madama Dorè ha detto...

Ci vorrebbe una rivoluzione, "SI" ...quella del cuore, fatta da ognuno di noi, nel proprio cuore, mettendo al primo posto la lealtà e il dovere come amore verso il prossimo.
La democrazia ha i suoi bei difetti ma c'è sempre la possibilità di cambiare o di tentare di cambiare, mentre una dittatura non concede altrettanto...quindi "Viva la repubblica" e ricordiamoci che " tutto scorre", qualche volta è consolante....
Un abbraccio.

Lila ha detto...

@ Madama Dorè
è della rivoluzione nel cuore, quindi interiore, che mi occupo, di fatti. Prendendo spunto da un po' di fatti attuali. Perchè ho anche conosciuto persone che a Cuba non ci vogliono tornare, ed io non ci sono mai voluta andare per non portare soldi ad un Regime.
Viva la Repubblica... e trattiamola bene! cominciando, come sempre, da noi piccoli che la possiamo fare grande!
:)
un abbraccio a te

Anonimo ha detto...

Con tutto l'affetto, io avrei preferito scrivere ad un morto (nella fattispecie, Platone).
Bisognerebbe chiederlo ai dissidenti e a persone come Yoani Sanchez come si sta, veramente, a Cuba.
Sono d'accordo sullo sfascio della politica italiana: ma pensi che una rivoluzione, magari sanguinosa come tutte le rivoluzioni, servirebbe davvero?
Notte e un bacio. :*

Lila ha detto...

@ nic bellavita
e a TUTTE LE PERSONE CHE LASCERANNO UN MESSAGGIO, se lo faranno

Dissidenti non ne ho conosciuti, ma semplici cubani si.
il post voleva essere ironico.
Non sono certo per una rivoluzione sanguinaria, e pare che fin qui nessuno abbia colto l'aspetto
"continuerò ad occuparmi della rivoluzione INTERIORE" che è l'unica cosa importante del post... a parte il cambiare il "sotto"; che poi è la stessa cosa perchè implica il cambiare se stessi.
Anche l'Ironia, mi pare che non stia troppo bene in questo periodo.
Con tutto l'affetto

albafucens ha detto...

che bella lettera che hai scritto fossi in te gliela invierei sul serio :))

dovresti candidarti alle prossime elezioni io di sicuro ti eleggo, se tutti facessero la rivoluzione e la politica come te con il cuore il mondo sarebbe migliore

un abbraccio

Baol ha detto...

Anche qui, quanto a democrazia, secondo me stiamo messi male...

Lila ha detto...

@ albafucens
se tutti facessero la politica col cuore, avrebbe un anima. E il piano di Platone sarebbe riuscito.
Il mondo è ancora troppo pericoloso, però. Ma se dovessi decidermi ti farò sapere ;)


@ Baol
la democrazia non si sente bene, ma è da molto più tempo di quanto pensi!

Mobu ha detto...

Prima del grande
dovremmo pensare al piccolo.
Prima della massa
dovremmo partire dall'unita'
cioe' noi stessi.
La rivoluzione deve partire proprio da li'.
Ed e' difficilissima.
Un abbraccio squamosoo pre-feste.
:)
Mobu
p.s. poi verra' l'abbraccio feste

Lila ha detto...

@ Mobu
eh si. TUtto inizia dall'infinitamente grande. Quindi..tutto inizia dall'infinitamente piccolo.
Anche a te un abbraccio pre-feste :)

maria rosaria ha detto...

un bellissimo viaggio con meta finale il raggiungimento del cuore. perché credo che se non si passi da lì niente potrà servire... e, cara lila, la vedo dura. bene, dunque, scriverci su, scriverci con ironia, tenerezza e senso di pulizia. un abbraccio "lieve" come le belle frasi che leggo qui dentro...

Lila ha detto...

@ maria rosaria
ben detto! la Via passa nel cuore. Nessuna via è una via, se non ha un cuore, direi parafrasando Castaneda. Quindi... cominciamo a cercarlo ;)