martedì, agosto 31

...almeno una volta... (continua dal post precedente)

La mia mente in questi giorni è abbastanza vuota di idee, anche se i pensieri si inseguono come le pagine di un libro.
Mi dico che prima o poi la fine arriva, e che invece di chiudere su pagine già vergate e colme, alla fine il libro inizierà a scriversi. Nell'attesa faccio la valigia,ancora una volta.
Metto dentro qualche altra cosa da fare, almeno una volta nella vita, e spero che non sia troppo pesante!

8- partire senza sapere dove si va
9- arrivare nel posto che si è sempre sognato
10- raccontare il sogno più grande, senza paura che l'invidia lo distrugga
11- dire quello che si pensa, senza paura di quello che penseranno di te
12- vivere un giorno senza paura.

...l'ho detto subito, ce non sono in gran vena di scrivere. Ma se non appunto qualcosa dopo un po' mi sento assente da me stessa!
E per poter andare via ancora un po', volevo salutare con un allegro abbraccio i vecchi amici e i nuovi lettori!

martedì, agosto 24

102 cose (o forse più) da fare nella vita

 Nelle librerie, era in vendita un libro che si intitola qualcosa come "101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita". Ora ce ne è almeno un altro, per 101 cose da fare di notte... ma di certo ce ne sono centoeuno sul genere... Però l'ispirazione per un altro gioco, in questa fine estate: è buona: scovare un elenco di cose da fare almeno una volta nella vita, ovunque sia.

Cominciamo con le cose semplici, e se vi va, aggiungete, aggiungete, aggiungete!



1- restare in città il giorno di Ferragosto, girando in bicicletta nei vicoli deserti... badando di non fare quello che si fa di solito: bici, quindi, se fate sempre shopping. Shopping, se in genere andate in bici e snobbate i negozi.
2- passare la mattina a contemplare un fiore  (ebbene si!, il mio cactus ne ha fatto un secondo) che si apre.
3- ofrire da bere al vostro miglior nemico
4- andare a zonzo tutto il giorno, in vacanza, in pieno agosto, senza sapere se poi  troverete un posto per dormire.
5- nuotare col mare che vi solleva, verso la grotta di Capovento, a Sperlonga. Entrando dal mare ed uscendone dal passaggio sott'acqua. (veramente è la seconda volta che lo faccio...ma si è detto: almeno una volta, non solo).

6- mettere a nudo il cuore, con qualcuno, senza preoccuparsi del fatto che vi possa ferire (ma evitare di farlo col vostro peggior nemico... finchè non siete pronti!)

7- mettere a nudo il corpo, andando in una spiaggia di naturisti per fare un bagno in libertà.


"E vedere di nascosto l'effetto che fa!"

 

domenica, agosto 15

Agosto

Non amo le ferie di agosto, da quando posso scegliere quando farle almeno, perchè prima le amavo in quanto ferie; quando fossero non aveva molta importanza.
Quest'anno comunque stavo lì, a dire "parto", a immaginare la valigia, mettere dentro soprattutto una certa voglia di cambiare le dinamiche della vita... e poi arrivare al mare solito, quello 'così bello che nemmeno ai Caraibi', e disfarla, quella valigia: non parto.





 Mi contento di due ore di Cassia, seguendo pensieri che non si arrestano e che riescono a costruire intorno sconfinate praterie americane, sulla Tuscanese, che pare di vederci anche i bisonti e gli indiani... e laddove c'è il campo con in fondo l'allevameno di struzzi, si potrebbe tranquillamente sostenere di essere già in Australia.

Poi c'è  Londra, nelle foto, nei ricordi, nell'attesa di tornare perchè una metà della parte che non ho saputo lasciare, voleva restare, ed è tornata a casa di malavoglia. Ed è la parte che ci andrà di nuovo, per liberare l'altra, che vuole raggiungere"lontano".

Mi contento, perciò, nell'attesa delle spiagge all'Hawaii, quasi tutti i weekend, che ti senti nel Pacifico, ma sembra di essere in Svizzera perchè metà della popolazione quest'anno ha la pelle chiaara di chi non vede tano sole, e un accento straniero nel caso sappia parlare la lingua indigena. E tra questi, quest'anno ho ri-incontrato mia sorella; quella che avevo perso in un'altra vita, non so più quale, ma so il suo vecchio nome e fatico ad imparare il nuovo. Così abbiamo passato tutto il tempo concesso a raccontarci cosa avevamo fatto nel mezzo tra allora, ed oggi...
  Un viaggio davvero lontano; un po' perchè si parlava in tedesco, e questo fa già molto "estero", poi qualcuno interloquiva in italiano e credevo di essere teletrasportata da distanze sconfinate di nuovo qui, sulla spiaggia bianca dell'Ilio del mio cuore; bruciato tempo fa come Troia.

Attraverso questo incontro, che si faceva necessario come le prime volte che vedi il tuo innamorato, con le mani logore ma un sole luminoso che sorge alle spalle mentre guardo il mare, sto ricostruendo; smonto le corazze della mente e cerco di tirare fuori dalle ceneri quel batuffolo pigolante, che è il mio nuovo cuore pulcino.
Con estremo coraggio, o forse per paura di soffocarvi dentro, ha rotto quasi tutto l'uovo e vuole uscire, ma avendo sognato a lungo, tra una vita e l'altra, stavolta fuori di sé ha già trovato, oltre ai paesaggi incredibili di sole che sorge tra le montagne illuminando cornacchie su un prato, dei baluginii di luce plumbea sulle piramidi di vetro prima della pioggia, del riflesso in alto sullo specchio d'acqua del corpo che nuota essendo solo... movimento... dicevo... ha trovato già non una ma due sorelle, tanto simili che parlo con una confondendola con l'altra, stupendomi che abbia gli occhi scuri.. ieri erano grigioverdi... come quelli della velaia con cui continuiamo a tessere un filo che move il cielo da qui a Trapani, e diventa sempre più forte. E a volte sembra che formi anch'esso un uovo...

Nella vita siamo abbastanza fortunati se abbiamo un Amico. Siamo 'bravi' se sappiamo tenerlo, nel senso di tenerci dentro tutto quello che ci si può scambiare e riconoscere gli uni negli altri..
Ma io non credo di essere più brava o fortunata degli altri, perchè come amiche tutte loro sono una sola, anche se mi piace dire che sono le mie tre sorelle. Come se fossimo le streghe di Oz, ma tutte buone!

Siamo molto fortunati se abbiamo un Amore. E io ho amato davvero solo due volte, quegli amori egoistici e appaganti, che poi finisce che non compri più nemmeno il pane perchè vivi di quelli stessi. E quando muore tii sembra di non poter più muovere nemmeno un muscolo; che niente abbia senso. Ma i sensi vivi, per una volta non da bistrattare, un giorno ti svelano che mille sono i volti di amore, anche se qunado accendi la lanterna, l'unico in cui si coagulano le ombre, ti brucia.

Mi fermo qui.
Sulla scogliera che domina l'oceano mare che sondo ogni volta che lo ramnento. A guardare le rovine che bruciano sul promontorio, e da cui sono fuggita attraverso un passaggio nella terra.
Se forse lì non crescerà più niente, potrebbe essere un buon momento per smettere di fare mura attorno a me, e restare aperta, in ascolto; come se fossi solo l'intelaiatura di una casa...
e più che altro fsossi l'aria che sta ugualmente dentro e fuori.


Aspettando qualcuno che la abiti.

venerdì, agosto 6

La libertà che vorremmo… (un po'st seriamente)

DALLA LIBERTÀ DI ESSERE, LA LIBERTÀ DI PAROLA

L’argomento “libertà” ha molteplici implicazioni (e complicazioni) e può, e dovrebbe, sfociare in una qualche riflessione sul libero arbitrio per concludersi degnamente, ma non è mia intenzione andare tanto in là.
Il significato letterale considera la libertà come una possibilità di autonomia, l’assenza di obblighi e costrizioni. E tanti anelano alla libertà, ritenendo trattarsi “semplicemente” di non avere impegni da rispettare, o persone ai cui comandi dover sottostare.
Benissimo; quanti di noi possono sostenere di essere davvero liberi?
L’uomo deve, per necessità, magiare, vestirsi, avere un tetto; è  libero? Finchè, per sua scelta, lavora abbastanza da soddisfare le proprie esigenze direi di si.
Il raggiungimento dei beni primari, non rende effettivamente schiavi, in quanto fa parte della condizione del vivere ed eventualmente del vivere all’interno di una società. L’uomo, forse,  diventa schiavo nel momento in cui comincia ad inseguire il “sempre di più”; quando non gli basta più il necessario, ma va oltre il bisogno.
E una madre, che per dovere verso i figli invece di passeggiare e andare dall’estetista torna a casa a preparare il pranzo, accudisce la prole, il marito?  La riflessione è la stessa: è libera nella misura in cui è cosciente di agire per propria scelta, e non “danneggia” la propria essenza con un obbligo “morale”, sentito come imposizione. 





Diamo per assunto che la mente libera dal condizionamento può scoprire qualunque verità.

Cosa è il condizionamento? Sono tutti i doveri che ci imponiamo nel momento in cui seguiamo una credenza, dei modelli di comportamento, un partito... e non ci permettiamo di agire con la mente vuota. Creativa.
Il condizionamento sono i desideri... infiniti come il susseguirsi dei pensieri.
Condizionamento è attaccarsi all’impossibilità di cambiare… E’ credere che se sono invidioso, collerico, malinconico ecc. non possa essere altrimenti;  è credere che la paura sia una scusa valida per non agire.
E cosa è la paura? dove sta, “chi” la prova, dove mi porta, da cosa origina, che cosa mi impedisce di fare? Questo, forse, dovremmo chiederci.
La risposta, come il fiore dei sette colori che cresce nel nostro giardino, è solo in sé stessi.

Nella libertà, però, è la Conoscenza…
Quindi per averla, o meglio per essere liberi, per prima cosa occorrerebbe indagare le nostre schiavitù… e sacrificarle! Occorre essere in grado di affrontare la solitudine, la propria vacuità (vederci vuoti, piccoli, inutili), e per farlo occorre attenzione; l'attenzione ci permette di essere completamente in noi stessi in modo da esperire, attraverso il sentimento, l’avvicendarsi di amore, odio, attaccamento, desiderio, e la loro stessa inconsistenza. Possiamo gioire e soffrire, senza rimanere attaccati a queste vitali esperienze, senza conservarne per sempre la memoria;  cosa che ci impedisce di vivere le nuove esperienze in modo libero.

Se senza libertà non c’è felicità… lasciatemelo dire, non c'è nemmeno sofferenza… Il dolore provato nel parto, dal dentista, quando ci rompiamo un osso, non resta per sempre. Resta il ricordo di avere sofferto, ma non il dolore in sé. Se non ci si attacca al fatto di soffrire “e basta”, ma si esamina la sofferenza (dove sta, cosa mi sta facendo, che sensazione mi scatena oggi) si può anche recepire il messaggio che il corpo offre attraverso di essa… oggi!
Non ieri, quando già c’era, o domani, per l’idea che tornerà.
Se indago, nel  momento in cui la causa balena innanzi agli occhi la sofferenza scompare. E con essa scompare la schiavitù che comporta.
Occorre però avere il coraggio di sacrificare l’attaccamento a condizioni passate. 



Elemento essenziale della libertà, è quindi la consapevolezza.
(Banalmente, per esempio, delle conseguenze che scateniamo con un atto ce lo fa compiere fino in fondo, bene o male che venga giudicato dalla morale).
Se sono consapevole di ciascun gesto, perché non ho il bagaglio della memoria a filtrarne il compimento[1] divento disciplinato[2], ordinato.
Non è libero chi ritiene di poter fare ciò che vuole, a dispetto del danno o bene causato agli altri; la nostra libertà non finisce dove inizia quella dell’altro. Finisce dove noi mettiamo un freno perché ci accorgiamo di non esser conformi alla legge suprema, che conosciamo in noi stessi, attraverso la disciplina e l’ordine. Da qui si può partire per indagare la libertà, la cui conoscenza ci apre le porte della Sapienza.
 Dall’ordine scaturisce la bellezza. E la bellezza e l’armonia sono indice, lo sostiene anche la fisica, di ciò che è vero[3]. Per questo “è necessario sentirsi liberi non alla fine, ma all’inizio. Nessun sistema di meditazione, nessuna medicina, nessun espediente psicologico vi darà la libertà” (J.Krishnamurti).
E, posto di raggiungerla cosa ne facciamo di questa libertà?
L’uomo libero è in grado di amare. E di essere felice.
Tuttavia “Non c’è felicità senza libertà, non c’è libertà senza coraggio” (Pericle).
Coraggio, perché essere liberi è essere veramente soli; non possiamo attaccarci più a niente. Siamo noi, nell’universo e nessuno ci può salvare! Ma quando siamo in questo stato di “essere liberi” conquistiamo la libertà di parola, di azione.
 Quando si ha coscienza di sé, quando non si ha timore di “sentire le verità che hai dette trasformate dai cattivi per trarre in inganno gli ingenui”(R. Kipling), quando non si ha timore dell’altrui giudizio, perché noi stessi siamo in grado di non giudicarci, ma agiamo con la “fede” e l’animo limpido, nella coscienza di fare il meglio possibile per noi in quel momento, allora siamo anche liberi di parlare. Nessuna democrazia ci da questo, dobbiamo conquistarlo. “Esiste una libertà che non è da qualcosa, ma è uno stato dell’essere liberi”, prima di tutto, in noi stessi. Da noi stessi. Di noi stessi. Questo è davvero eroico!

La libertà si raggiunge con consapevolezza, con il lasciare gli attaccamenti fra cui i giudizi, la memoria. Questo ci da la conoscenza delle leggi dell’universo[4], della Volontà, per cui l’ego smette di combattere e resiste solo quell’essenza che ci fa fare esperienza come Opera necessaria all’Essere che si conosce.
È libero chi conosce di essere parte del tutto, per cui ciascuna azione viene messa a servizio di tutto, perché questo è se stessi! E non c’è in questo obbligo o dolore.
Libero sei tu che, con già udite e chiare parole, sacrificando l’ego per la salute del popolo, puoi senza paura, perché é rimosso ogni attaccamento, risolutamente esclamare: “sia fatta non la mia, ma la Tua volontà”.

 “La vita e la morte sono condizioni temporanee ma la libertà dura per sempre”.



                                   



[1]  Non sto parlando ovviamente di quella parte di memoria che è esperienza di vita quotidiana! Come per esempio il fatto che il fuoco bruci ecc.
[2] La disciplina data dall’ordine, dalla conoscenza di sé, è una disciplina legata alla più alta regola, che è la legge armonica dell’universo.
[3] Una teoria elegante in genere è vera.
[4] Quando siamo liberi c’è apprendimento (Disciplina viene da discepolo, che viene da Disco “io apprendo”; discepolo è colui che apprende), c’è conoscenza, c’è ascolto.