venerdì, marzo 13

"Perfetto"



Dite che al mondo nessun’essere è perfetto?

D’accordo, voglio crederci, e prendermi un difetto.

Però che questa cosa sia fatta seriamente,

sia! uno debbo averne, ma uno solamente.

E, ponderando, io sceglierei Lussuria

Che l’atto d’accoppiarsi, e procreare?,

è il modo più esaltante che si trovi

per compiere un peccato capitale.


Va bene, mi piace, però sembra

vedendola ‘sì tanto da vicino,

che dall’avidità non si disgiunga,

così già sono due, sul mio cammino.

L’effimera ricerca del piacere,

Sia esso di spirito o carnale,

alla brama d’avere s’accompagna

poiché, chi va cercando possedere

di tante cose, tutte, mi par ovvio

che poi le voglia pure trattenere.


Così si fa anche avaro chi pretende

d’avere cibo, sesso e conoscenze,

mischiati come fosser cosa sola

come avarizia e lussuria…con la gola.

E poi, d’invidia sarà privo

un uomo così pieno, un falso vivo?

Ormai come possiamo ritenere

Che questi possa avere un po’ di tempo

per altro che non sia abitare

Un qualche difetto ogni momento?


L’ego, già pieno a tal maniera

vedutosi si grande e possidente

presumerà pur d’essere nel giusto,

d’orgoglio gonfiandosi sovente.

E credo di non sbagliare troppo

nel dire, raggiunto questo punto

che l’ira non possa più mancare

ad uno, che già s’è preso tutto.


La riterrà sua forza di difesa

scagliandosi su chi gli rechi offesa;

magari su quei, come chi scrive,

che trovano difficile pensare

che quando si riesca ad infilare

i difetti, come splendido monile,

come detti, ad uno ad uno, allor non manchi

la “virtù” di esser nati stanchi!

Poca assai sarà la voglia di cambiare

In chi, vedendosi siffatto

Si trovi già perfetto (o troppo brutto?)

Ed oblii che non tutto È ciò che appare.


Dunque la pigrizia, non da sola,

rimane da osservare poiché segue,

e quando non ultima permane,

li tira seco tutti, e li precede!


Ed eccoci osservando non mi sembra

Che solamente uno m’appartenga!

Al patto che pria si proponeva

m’accorgo ch’è impossibil tener fede;

ciascuno in me come ombra scorgo,

e l’animo incupisce, ma non cede

‘ché infondo più di tutti questi assieme

mi sembra sia l’assenza di qualcosa

un filo che traspare, ma non viene

e mancando nell’uomo gli impedisce

di essere perfetto come l’Uno

cui tende, ma di rado si riunisce.


O almeno non può coscientemente

fintanto che l’animo s’adombra

e si ripara dalla chiara luce

coi difetti facendosi una fronda.

Si svolge l’idea che ponevamo

c’è un filo, che slega e poi riunisce

che mi par più saggio da seguire:

la virtù, che i difetti riassopisce.

Ed è una che già tanto ho cantato,

poiché nell’espandersi nell’uomo

misericordia e giustizia ha in sè sommato

saggezza e forza, umiltà e perdono.


L’uomo parco di parole quando anela

Al silenzio dell’io, che grida sempre

L’ha chiamata in mille ed altri modi

Ma uno è il nome, che dice tutto e niente;

ed è quello che stento a pronunciare...

E sia, la virtù e il filo, sono Amare.

4 commenti:

Federico Distefano ha detto...

:)
Bella!!

UomoTimorato ha detto...

Accidenti...
non posso che togliermi il cappello, ovviamente prendo per scontato che l'abbia scritta tu e perciò non ho altro da dirti se non "Brava!"

nua ha detto...

Posso dire d'esser rimasta sconvolta?!

Lila ha detto...

ehi ragazzi... mi commuovo così! mi fa piacere che vi sia piaciuta...sempre che l'esssere sconvolta di Nua sia inteso in senso positivo
:) grazie a tutti