venerdì, ottobre 31

L'immensa meraviglia


L'universo è racchiuso in un guscio di noce (titola Stephen Hawking).
E ad ogni osservatore, situato in un punto qualsiasi della Galassia, può sembrare di esserne il centro. E di fatto è così, e non solo!
La fisica moderna, risolve l'enigma di Dio semplicemente arrivando ad un punto in cui, postulando che siamo sulla superficie di una ipersfera, non ha praticamente senso chiedersi cosa ci sia dentro: "ciò che si vede è ciò che c'è dappertutto" (Davies).
In sostanza si arriva ad un punto oltre cui non si può vedere; e se a qualcuno basta, e se la fede aiuta il buon religioso, altri, sul margine dell'abisso, rimangono sospesi e incerti.
Possibile che finisca così?
Come la luce, che "si muove attraverso il cosmo inseguendo galassie che si stanno allontanando dalla sua sorgente", l'u9mo è destinato ad inseguire l'Idea, per spiegare (a) se stesso. E per trovare la sorgente.

"è possibile che l'universo abbia volume finito senza possedere un centro o un margine" (ibid).
Ma come nella storia del fiore dei sette colori (cartone animato che guardavo da piccola), la ricerca appare terminare nel suo (delll'uomo) giardino:
osserva l'osservabile (tutto ciò che è nel suo orizzonte, nel momento in cui guarda), che probabilmente, come un ologramma, rappresenta il tutto. O forse no. Infatti si è sviluppata la teoria del Multiverso, per cui il nostro sarebbe un universo-tasca, e ne esisterebbero altri con diverse caratteristiche. Non osservabili, per ora.
Qui mi fermo. Studiando il corpo umano viene fuori che esso è fatto esattamente così: ci sono un serie di spazi e di connessioni che l'uomo 'comune' non può neppure immaginare.
"Possibile che sia tutto così collegato?", mi chiedono i pazienti quando tento di spiegare come un alluce valgo possa dipendere da una malocclusione dentale.
Si. è possibile.
La struttura del corpo umano è, di fatto, una ipersfera.
Ora provate a mettervi dalla parte della cellula. Una cellula può osservare solo una piccola parte dello spazio attorno a se. E dentro di .
All'interno di sé nota un altra serie di strutture, analoghe alle matrioske: una nell'altra, fino a che, se la cellula è uno scienziato, trova (anzi non trova, ma ne postula l'esistenza) una cosa che chiama stringa, se vive negli anni 2000, o atomo se vive nella parallela 'antica' Grecia.
La cellula in questione osserva l'osservabile, e si trova sulla superficie dell'ipersfera.
Tutte le altre cellule fanno lo stesso, stabilendo un punto di vista da "rete", perché sono connesse, che lo sappiano o no. Ma, supponendo che ciascuna cellula sia un nodo, in quella stessa rete, esistono dei punti di essa che, con lo sguardo, la cellula non raggiunge. O che non osserva.
Ecco, l'uomo (cellula).
L'uomo che non osserva, quando è racchiuso in se stesso (come i malati, che, giustamente, fino ad un certo punto, pensano solo a se stessi) è come l'universo-tasca. Non riesce a vedere tutti gli altri universi. E a questo punto, paradossalmente, non vede nemmeno più dentro di se. (interno dell'ipersfera).

Ritorno a "quattro dimensioni"
(la teoria delle stringhe ipotizza che ce ne siano dieci, forse undici).
Ieri mattina mi sembrava che tutto intorno fosse 'vacuo', illusorio. Sarà stato per via della luce umida di pioggia, che rendeva i confini poco netti.
Perfino lo shopping (il che è tutto dire) sembrava privo di senso. Ci sono stata dentro per un po', a questo stato strano. Poi, all'improvviso, è cambiato qualcosa. Non so. Ho cominciato a parlare con le persone, per strada. Ho ringraziato il barman, perché mi aveva fatto un buon caffè. Ho scherzato con quelli che, come me, si sono trovati imbottigliati nel traffico delirante post-manifestazione. Sono riuscita, pur protestando perchè aveva combinato un po' di confusione (ma questa è un'altra storia) a mettermi nei panni della cassiera del supermarket e far considerare ai clienti che comunqiue lei stava lavorando. Insomma, ho accordato agli altri un po' di quel tempo che, come i bambini, tenevo stretto gelosamente.
E forse sto guarendo, ora.

« Questo ... [universo, uomo, dio]che sta nel cuore é più piccolo di un chicco di riso, più piccolo di un chicco d'orzo, più piccolo di un chicco di senape, più piccolo di un chicco di miglio, più piccolo del germe racchiuso in un chicco di miglio; questo .. [universo, uomo, dio]che sta nel cuore è anche più grande della terra, più grande dell’atmosfera, più grande del cielo, più grande di tutti questi mondi messi insieme »


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